Come la Mappa del Cielo

  • Titolo: Come la Mappa del Cielo
  • Autore: Lucio Dall'Angelo
  • Casa editrice: Liberedizioni
  • N° pagine: 188
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Il mio incontro con questo libro è stato quasi casuale: chiacchieravo con un amico di mio padre e, conversando, abbiamo iniziato a discutere di libri; non ci è voluto molto affinché il mio interlocutore comprendesse l’amore che provo per la letteratura e mi ha proposto di partecipare alla presentazione di “Come la mappa del cielo”. Durante l’incontro le parole dell’autore e la trama del libro avevano già suscitato la mia curiosità ma non mi sarei aspettata un romanzo così. Andiamo però con ordine e partiamo dalla trama.

Un alfabeto scolpito nella roccia, un decalogo affidato a un altare che specchia il cielo sulla terra. I Camuni, il popolo misterioso che per millenni ha raccontato la propria storia sulle pietre della Valle Camonica, aveva un proprio codice di comunicazione. E’ questa l’ipotesi suggestiva alla quale, nell’agosto del 1996, lavora Matteo Riva, un brillante ricercatore dell’Università di Milano che sparisce all’improvviso senza lasciare traccia. Un mistero che si aggiunge a quello dei Camuni e che sembra destinato a restare senza spiegazione. A rimettere in moto la storia è una fotografia che Rebecca e Francesco ritrovano casualmente fra le pagine del libro ‘Il Quinto Evangelio’. E’ la prima traccia con la quale i due compongono, fra colpi di scena e omesse verità, le tessere di un sorprendente mosaico, vecchio di millenni. Un’indagine serrata, sempre sul punto di arenarsi dentro il gelo del silenzio e l’abisso della paura, per trovare risposte a domande rimaste irrisolte per quasi vent’anni. Pagine appassionanti, ricche di enigmi e di mistero, che s’intrecciano alla necessità che impone, a quanti si affacciano alla giovinezza, di trovare le ragioni che spingono a vivere e ad amare.

Rebecca è un’adolescente timida, chiusa e introversa, una di quelle con poche amiche e una profonda ferita nel cuore. La giovane ragazza infatti non sa chi sia suo padre e la madre è sempre stata poco disponibile a parlare dell’argomento, impedendo alla figlia di trovare le risposte che cercava e dunque scoprire se stessa.

Durante le vacanze estive, un po’ per allontanarsi da quel rapporto difficile con la madre, un po’ per fuggire dal caos cittadino, Rebecca decide di far visita alla nonna Caterina nei pressi di Zoanno, una piccola frazione di Ponte di Legno, ed è proprio in questi luoghi che per la protagonista inizia una nuova avventura, forse la più importante di tutte.

Francesco ha 17 anni, è figlio di un importante medico e di un’insegnante e coltiva una passione per la tecnologia che sfrutta per fare cose che il suo corpo non può fare; tuttavia le sue sofferenze non sono solamente fisiche poiché, come Rebecca, porta il peso di una profonda ferita nel cuore causata dalla perdita di suo fratello in un incidente in moto, lo stesso incidente che lo ha lasciato paralizzato.

“Mio fratello Giovanni era alla giuda; io stavo dietro. L’autista era ubriaco e aveva fumato. Giovanni non si è più rialzato. Io solo per mettermi seduto su questa carrozza. Lo scooter si chiamava Nivola, il soprannome di Tazio Nuvolari. Era il luglio del 2010. Mio fratello aveva appena fatto la maturità, voleva iscriversi a economia. Era luglio, ma per la mia famiglia è arrivato il gelo”.

Quando Francesco e Rebecca si incontrano, è come se s ritrovassero improvvisamente sotto l’effetto di un incantesimo. Entrambi sono ragazzi adolescenti che condividono le sofferenze di un passato difficile e si trovano alle prese con una nuova amicizia che fa vibrare le corde dei loro giovani cuori. In seguito al loro incontro ritrovano nella libreria della nonna una vecchia fotografia ed alcuni oggetti appartenenti all’ultimo inquilino a cui la nonna di Rebecca ha affittato la mansarda, nell’estate del 1996.

Molte cose sono accadute durante quei mesi e Rebecca e Francesco si trovano a dover fare i conti con le tante domande scaturite da quella fotografia, così, inseguendo un passato che li porterà sui passi di Matteo, il misterioso inquilino, devono rispondere alla domanda più importante di tutte: dov’è Matteo? Perché Matteo da quell’estate non è più tornato, molti hanno indagato e si sono posti diversi interrogativi ma nessuno ha mai trovato la giusta risposta.

Ma c’è un altro, importantissimo “personaggio” della nostra intrigante storia, la Valle Camonica, questa valle bellissima e misteriosa a cui Matteo era tanto affezionato e che darà a Rebecca e Francesco le risposte che cercano.

“La Valle Camonica, terra dei Camuni, è un libro a cielo aperto. Gli antichi abitatori hanno istoriato le pietre levigate dai ghiacci con migliaia di figure che raccontano la loro vita e i loro valori. Le più antiche datano settemila anni prima di Cristo, anche se è nel neolitico e poi nell’età del rame che quei racconti raggiungono la loro massima espressione. Accanto a queste ci sono rare incisioni alfabetiche che fanno pensare a una lingua preromana. Una lingua vera, con un suo alfabeto. Le incisioni vanno dall’ VIII Millennio alla conquista romana del 16 a.C.. Le iscrizioni alfabetiche risalgono all’Età del ferro. Forse sono addirittura precedenti”.

È un libro che evoca sentimenti molto forti e che tocca argomenti importanti, come l’amore, l’amicizia, i legami famigliari ma soprattutto le ferite, e non solo quelle fisiche, ma quelle che si celano nell’anima dei protagonisti; la sofferenza che non ha fermato Rebecca e Francesco dall’affrontare i loro fantasmi, con coraggio, forza e dedizione. Anche spinti dall’amore sempre crescente tra loro, il primo amore, quello più puro di tutti. Rebecca ha una sola amica e non conosce suo padre, Francesco vive sulla sedia a rotelle e sfrutta la tecnologia per espandersi, per raggiungere luoghi che non può raggiungere da solo, non sono perfetti, insomma, sono i protagonisti perfetti, in cui ogni lettore può ritrovare una piccola parte di sè. Eppure, quello che l’autore vuole dirci è che è necessario rompere i canoni di perfezione che ci vengono imposti dalla società, dobbiamo capire che siamo perfetti nelle nostre imperfezioni, così come i nostri protagonisti.

L’autore è bravissimo a creare la suspense in ogni singola pagina, ti tiene attaccato al libro ad ogni riga e vorresti non smettere mai di leggere (ho letto il libro in due sere e confesso che, quando ho dovuto chiudere e metterlo sul comodino, ho fatto fatica veramente fatica ad addormentarmi).

È un libro pieno di amore e attenzione per i dettagli, ma in una maniera così delicata e impressionante che ti lascia dentro qualcosa di davvero speciale.

 

 

 

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